MAM Museo d’Arte Moderna e della Mail Art Montecarotto
Il Museo ha acquisito dal 1986 ad oggi un considerevole numero di opere, tutte catalogate, donate da alcuni dei maggiori maestri del 900 e dagli artisti del Circuito della Mail Art. Ernesto Treccani durante una sua visita a Montecarotto, lasciò alcuni suoi acquarelli realizzati estemporaneamente durante l’incontro. A questo gesto significativo fecero seguito le donazione di Orfeo Tamburi, Pericle Fazzini, Arnoldo Ciarrocchi, Francesco Rossini, Otello Brocca, Sepo, Zavattini e tanti altri. Queste opere congiuntamente a numerosi cataloghi e pubblicazioni sul lavoro degli stessi artisti, formano la raccolta d’arte moderna del museo. L’Archivio della Mail Art è costituito dall’insieme di elaborati raccolti negli anni grazie alle iniziative specifiche organizzate con il circuito artistico: “Con Musica” “Ex Vinis” Pace Dossier” “Le Disobbedienti”, sono le operazioni di Mail Art più note che hanno convolto ogni volta centinaia di operatori. Come le donazioni degli archivi personali di importanti artisti del settore che arricchiscono periodicamente l’archivio, ultime in ordine di tempo, quelle di Demos Ronchi, Roberto Bobo Banchi ed Anna Boschi.
La Mail Art nasce ufficialmente nel 1962 a New York quando Ray Johnson, considerato il padre del movimento, fonda la New York Correspondance School of Art, ma ha dei precedenti nel movimento Fluxus, nel Dadaismo e tra alcuni futuristi italiani come il marchigiano Ivo Pannaggi. Da allora una rapida diffusione internazionale, che rende “vicini” tantissimi artisti con l’aiuto del mezzo postale tradizionale o elettronico, divenuto esso stesso operazione artistica. Un veicolo espressivo con varie valenze, dalle analisi prevalentemente concettuali degli artisti Europei, alle libere ludicità creative di alcuni statunitensi, fino alle “necessità a voce spiegata” provenienti dai Paesi Sud Americani, Afro Asiatici, dall’Est Europeo e dai Balcani. La Mail Art è terreno libero di ricerca artistica, la busta, il francobollo, la cartolina, un semplice plico, una mail web graficamente curata, un portale dedicato, un file multimediale, divengono supporti che oltre alla loro specifica funzione, sono segni, colori, materie, forme, sui quali e con i quali operare, trasformando o mantenendo l’originale funzionalità. La Mail Art possiede le caratteristiche di una proprietà non riservata, spazio da gestire ed utilizzare per raccontare e ricomunicare significati con le immagini ed i suoni. Da circuito artistico inizialmente alternativo, il movimento ha oggi in Italia e nel mondo, alcuni punti di catalogazione e promozione, è oramai un territorio aperto rivolto agli artisti ed ai loro fruitori. L’operazione individuale spedita, ricevuta, raccolta, diviene l’inizio di un percorso che si concluderà in apparenza con la messa in circuitazione dei materiali prodotti, che rimarranno sempre in continua veicolazione nel circuito artistico.
Il Museo ideato e diretto a lungo dal Prof. Carlo Emanuele Bugatti, è stata ed è a tutt’oggi la prima ed unica Istituzione Pubblica in Italia che raccoglie interventi di Mail Artisti, catalogando e promuovendo operazioni tematiche ed iniziative espositive. Siamo oramai da anni, un punto di riferimento per tutti gli operatori del settore, l’attività di documentazione e di archivio, è riconosciuta da altri istituti museali italiani ed esteri con i quali intercorrono collaborazioni e rapporti operativi di scambio. Oggi la produzione artistica di settore si verifica con tempi rapidissimi, in una sorta di laboratorio multimediale collettivo rappresentato da un sistema di comunicazione globalizzato, si estendono linguaggi, tecniche e tecnologie, una attività in continuo divenire, che non sempre è di semplice museificazione. Con segni disegnati, incisi, riprodotti, analogici digitali o multimediali, continuiamo il lavoro di catalogo ed archivio, tentando di fornire elementi utili a documentare il contemporaneo. Riteniamo infatti fondamentale mantenere e sviluppare la nostra attività, per consolidare un futuro, quello delle memorie.
Il Direttore
Stefano Schiavoni