NELLO CURTATONI, il Re della Sciabica
Nello Curtatoni , è il veterano della pesca con la sciabica, l’ha praticata sin da bambino aiutando il padre del quale prende il posto nel 1970 , tuttora si dedica alla pesca in località Marzocca di Senigallia, gli estimatori si recano da lui per reperire pesce sempre fresco per succulenti pranzi casalinghi, oppure lo degustano nel suo ristorante “Il Pescatore”.
Il suo rammarico è che per una legge entrata in vigore nel 2000, non può più praticare la pesca con la sciabica.
Testo dell’intervista cosi come pubblicato nel libro “le identita del Mare” di Territori Sensibili, edito da @rtLine
PEGOLI: Quanti eravate qui, quando eravate all’opera?
CURTATONI: Intendi i vari pescatori, oppure quelli della casa mia?
PEGOLI: Quelli della tratta, quando io venivo a fare le fotografie ne vedevo tanti…
CURTATONI: la tratta qui a Marzocca?
PEGOLI: non so, quando si operava qui giù, in questa zona
CURTATONI: In questa c’eravamo noialtri, ah c’erano i Sebastianelli, loro avevano una tratta! La nostra squadra era formata da sei, sette persone, perché ce ne volevano tre per parte, no perché con la sciabica si parte con la barca da un punto, si lascia la cima, poi si va verso il largo a secondo della distanza che uno vuole calare, le corde si chiamavano le reste ogni resta era lunga circa settanta ottanta metri… Allora se calavi a due reste erano 80 -160 metri, se calavi a tre reste erano 800 metri circa, quattro reste era proprio il massimo che si poteva andare.
PEGOLI: Io ricordo che certe mattine tiravate un sacco di parnanzola
CURTATONI: Si la sciabica è la tratta (questo è il nome più corretto in italiano) è un mestiere stagionale, che va dal mese di maggio, per prendere il novellame (sardonici) poi andava avanti verso l’estate, con la stagione buona, però il clou era nel mese di agosto, dalla fine di luglio e per tutto agosto, si cominciava con gli Agostinelli i famosi “rusciolini”
PEGOLI: Quanti anni avevi quando hai cominciato?
CURTATONI: Io cominciato con mio padre che mi portava… avrò avuto quattro o cinque anni, ma piccolo. Addirittura babbo mi portava con la barca quando avrò avuto un paio di anni, mi legava dentro la battana a remi e mi portava a “scialpà” le nasse.
PEGOLI: ah le nasse
CURTATONI: si perché il pescatore della piccola pesca, quelli di una volta, cominciavano con la primavera verso la fine di marzo con le nasse che finivano verso giugno e poi cominciava la tratta. Poi la tratta si tirava verso la fine di settembre e poi veniva la “fraimma”. La “Fraimma” è il periodo che si cominciavano a pescare i gogulli, le anguille.
PEGOLI: quelle a tubi ?
CURTATONI: quelli che si mettevano, non so se te lo ricordi, quei cerchi quadrati con quel tronco di cono che si allungava e quella rete che era da sbarramento dove le anguille (perché il gogullo è per a cattura delle anguille) dove nel mese di ottobre-novembre fanno la passa, vanno a deporre le uova nel mare dei Sargassi.
PEGOLI: ma dicevi tuo padre già la faceva da sempre la sciabica… è un’arte antica o no?
CURTATONI: si babbo faceva la sciabica… ma la praticavano anche prima di mio babbo, io credo che sia uno dei mestieri più antichi che esistano sulla terra, credo che addirittura S. Pietro la praticasse era qual tipo di pesca lì, è una pesca semplice e con poca attrezzatura…
PEGOLI: infatti S. Pietro viene sempre rappresentato con le reti..
CURTATONI: esatto, già loro buttavano le reti, è un mestiere molto vecchio e semplice basta avere una bacchettina poi devi attrezzare logicamente, diciamo che la piccola pesca si svolgeva in questo modo.
PEGOLI: ma quelli che partecipavano erano tutti pescatori?
CURTATONI: no, i pescatori erano un paio, c’era sempre quello che remava oppure erano in due a seconda della barca e di quanto era grosso il mestiere, perché c’erano le tratte lunghe 100 metri e c’erano le tratte lunghe 200 metri… capito… quindi quella di 200 metri poteva anche impegnare più persone sia nella lavorazione che nella raccolta della rete… la preparazione, tocca tirare dopo… insomma anche a tirare essendo una rete lunga fa pressione nell’acqua.
CURTATONI: la tratta e si… un mestiere fantastico, bellissimo, io dopo che lo ho imparato da mio babbo questo lavoro ho avuto sempre la passione del mare, sempre, sempre… e per noi qui a Senigallia… e mi ricordo perché ho anche un’attività turistica. Io avevo dei clienti che venivano e ritornavano da un anno all’altro perché appunto venivano a tirare durante la tratta…
A volte succedeva che vedevi il branco del pesce allora cercavi… mi ricordo un anno… era verso il 30 o il 31 di luglio ma saranno stati trent’anni fa sicuro c’era un branco di sgombri, di lanciarci qui davanti..i lanciarci erano un po’ più scadenti, il lanciando è più scadente lo sgombro ha anche le striature diverse nella schiena è fatto… E’ un mestiere…anche perché tu in tempo reale, vedi subito….bé c’era questo branco di sgombri che non si avvicinavano tanto… stavano un po’ più là…e allora ci siamo organizzati… c’era babbo, mio cugino, mio nipote e allora visto che per la tratta avevi bisogno di una cerata distanza per via delle corde da tirare… con un moscone siamo andati là insieme alla barca della tratta e quando siamo arrivati vicino al branco del pesce ho cominciato a mettere la rete…per circondarli un po’.… Mi pare che babbo buttava via la rete ed io remavo…e col moscone siamo riusciti a portare a riva la cima (la corda) tant’è vero che è arrivata un po’ là… era luglio.. un po’ in là sono scesi nell’acqua e poi hanno tirato… insomma siamo riusciti ad imbalicallo…significa accerchiarlo…questo branco…io una roba così…saranno stati tre o quattro quintali di pesce da tre quattro etti… mezzo chilo l’uno…una cosa… tant’è che quando portavano la sacca vicino a riva portava per aria la rete chi ha inchiavicato a tutti con le squame, ci siamo sporcati… si saranno radunate 1000 persone… addirittura era passato l’elicottero dei carabinieri…ha girato… ha girato…. passavano e pensavano che c’era uno che si era annegato …ma una scena così… credo che in giro ci siano le foto le avrò anche a casa…
PEGOLI: e alla mattina mi ricordo, io li andavamo a chiamare presto lì nella roulotte, nel campeggio…li andavo a chiamare alle quattro, quattro e mezza…una roba…erano pronti!!! ad andare!! ah tirare la tratta… perché era bello, vedevi sorgere il sole, l’alba.: Io se ti ricordi venivo sempre presto alle cinque e c’erano già gli stranieri pronti lì.
CURTATONI: Certo perché la tratta specialmente al mattino se chiama “la man dell’alba” perché la prima tirata è quella dell’alba perché il pesce durante la notte si accosta anche nel periodo estivo e quando arriva il chiarore del mattino lo spinge verso riva e allora si faceva la “man dell’alba” ed era la raccolta più buona.
PEGOLI: Ma i posti più buoni erano dove l’acqua è bassa o dove era più alta ?
CURTATONI: Diciamo che noi qui di piatta si tirava meglio… ma anche a Marzocca la tiravano la tratta… a marzocco c’erano…c’era Livio c’era……c’erano i pescatori…i Candelaresi…c’erano i Falcetta, a Marina…Marinari Elmo, a Marzocca c’era anche un bel gruppo di pescatori che avevano le barche… che le tiravano a riva…le famose “Babelle”, venivano tirate a riva verso Marzocchetta, ne avevano molte a Marzocchetta, ma anche a Marzocca…si…si…Ma quelli erano tempi che io non ero nemmeno nato… quando esistevano le “Babelle” queste barche qui…anche dopo nel dopo guerra qualcuna ne è rimasta ma poi… la tratta è così, ma io.. è un mestiere…anche perché tu in tempo reale, vedi subito….non è che la mattina dopo potevi riandare lì…
PEGOLI: Senti una cosa io ho trovato a Marzocca delle foto del periodo del ’43 è possibile?
CURTATONI: Come no ma scherzi!
PEGOLI: ma la tratta, ma cera prima del tempo di guerra?
CURTATONI: Ma si era un mestiere che ti permetteva di sfamarti, non c’era niente, la povertà… calavi la tratta…prendevi un po’ di pesce e mangiavi. Cerano i Ciarnini, quelli che andavano al Ciarnin perché la tratta c’era il pesce facevi una bella tirata. Ciarnin è qua la zona con l’ osteria, ci tornavano però i ciarnini significa quelli che raccoglievano quello che buttava via il pescatore… diciamo i granchi che rimanevano attaccati nella rete ed i ciarnini si sfamavano con quello. Ciarnin è qua la zona con l’ osteria ci tornavano però i ciarnini significava quelli che raccoglievano quello che buttava via il pescatore… diciamo i granchi che rimanevano attaccati nella rete ed i ciarnini si sfamavano con quello, io mi ricordo con le mazzuole…
Mii ricordo che era fantastico, che i turisti… per i turisti era veramente un richiamo eccezionale… anche i bambini vedevano subito il pesce… perché già quando c’erano i cefali specialmente, nel periodo caldo, vedevi una “salteria”… saltavano fuori dalla rete, qualcuno ne rimaneva ma pochi…
PEGOLI: Io l’ho fatta per diversi anni venivo su sempre la mattina presto…
CURTATONI: Io mi ricordo una mattina era settembre abbiamo tirato qui vicino… e dopo sei capitato tu…abbiamo dovuto alzare la rete da quanto pesce c’era erano sarde… ma ne abbiamo prese quattro o cinque quintali…un mucchio, mi ricordo che è stato buttato sulla sabbia…dopo facevamo la cernita… un mucchio così per terra.
Ciarnin è qua la zona con l’ osteria ci tornavano però i ciarnini significava quelli che raccoglievano quello che buttava via il pescatore… diciamo i granchi che rimanevano attaccati nella rete ed i ciarnini si sfamavano con quello, io mi ricordo con le mazzuole…
Mii ricordo che era fantastico, che i turisti… per i turisti era veramente un richiamo eccezionale… anche i bambini vedevano subito il pesce… perché già quando c’erano i cefali specialmente, nel periodo caldo, vedevi una “salteria”… saltavano fuori dalla rete, qualcuno ne rimaneva ma pochi…
PEGOLI: Io l’ho fatta per diversi anni venivo su sempre la mattina presto…
CURTATONI: Io mi ricordo una mattina era settembre abbiamo tirato qui vicino… e dopo sei capitato tu…abbiamo dovuto alzare la rete da quanto pesce c’era erano sarde… ma ne abbiamo prese quattro o cinque quintali…un mucchio, mi ricordo che è stato buttato sulla sabbia…dopo facevamo la cernita